La svolta gestionale

La svolta gestionale

Nel 1772 l’amministrazione austriaca interviene per porre rimedio all’eccessivo frazionamento della miniera. L’erario asburgico assorbe tre delle quattro concessioni ancora in essere, ad eccezione di quella in capo alla famiglia Struggl. Risalgono a questo periodo le prime notizie sull’impiego di manodopera femminile. Si parla di Wäserinnen, donne addette all’operazione di lavaggio del minerale. Con l’ingresso dello Stato nella gestione della miniera, si avvia uno sfruttamento di tipo industriale. La parte pubblica, denominata Raibl I, porta nel breve volgere di un anno all’assunzione di 186 dipendenti (rispetto ai 113 del 1775), mentre la parte privata, Raibl II, contina ad essere gestita da Jhoan Ivo von Struggl.
Nel 1797 la miniera subisce l’occupazione da parte francese. Prendono il via le prime fasi di studio e le prime ricerche del giacimento che porteranno ad un aumento dei siti estrattivi (Raibl I, II, III e IV) e ad una gestione in capo a più proprietari. I primi documenti sui dati di produzione risalgono al periodo che va dal 1848 al 1854.
La coltivazione mineraria, esercitata fin dal XVII secolo unicamente nella parte alta del Monte Re (al di sopra del cosiddetto livello zero, corrispondente all’altezza del paese di Cave), si rivolge ora verso il basso, raggiungendo in breve tempo i 100 metri di profondità. Vengono realizzate una serie di migliorie che facilitano la produzione e aumenta il numero di dipendenti (359).
In seguito la proprietà della miniera torna in capo allo Stato, da un lato, e alla famiglia Schnablegger, eredi di Struggl, dall’altro. A questi succede Henkel von Donnersmark, ultimo proprietario privato della miniera.
Siamo a ridosso del nuovo secolo. Nel 1898 viene realizzata la prima centrale idroelettrica che da energia all’argano di estrazione del pozzo Clara. Il villaggio di Raibl è uno dei primi in Italia a conoscere l’illuminazione elettrica all’interno delle abitazioni.