Gli anni Cinquanta e Sessanta

Gli anni Cinquanta e Sessanta

Il periodo post bellico è caratterizzato da un rapido sviluppo che porta alla meccanizzazione e all’automazione dei processi produttivi. Il piombo estratto dalla miniera rientra sotto forma di batterie. Le lampade a carburo vengono sostituite da lampade elettriche innestate sull’elmetto e altre migliorie rendono l’estrazione più agevole. Gli investimenti nel campo dell’innovazione tecnologica garantiscono alla miniera un aumento della produzione che porta al picco occupazionale con 1.132 dipendenti. Tuttavia, nel 1953 comincia inesorabilmente il periodo di crisi dal quale la miniera non si rialzerà più: la cava, gestita dalla Raibl Società Mineraria del Predil, passa alla Società Mineraria Metallurgica di Pertusola nel 1956, anno in cui l’ingegner Nogara lascia ufficialmente la propria posizione dirigenziale. La Pertusola impone ritmi di lavoro molto gravosi per aumentare la quantità di minerale estratto. La produzione raggiunge livelli record.
Nel 1963 l’Azienda Mineraria Metallurgica Italiana Spa (Gruppo EGAM), a gestione statale subentra alla Pertusola nella gestione della miniera. Nel 1965 la Regione Friuli Venezia Giulia acquisisce la proprietà della miniera e concede all’AMMI una proroga ventennale per la sua gestione.