Principali metodi di estrazione del minerale

Principali metodi di estrazione del minerale

La miniera è strutturata su circa venticinque livelli principali disposti ogni 40 metri ecollegati tra di loro da pozzi muniti di argano, per il passaggio di persone, del materiale e del minerale estratto e fornelli, fori verticali scavati per l’aerazione dei cantieri, per la raccolta del grezzo abbattuto per la successiva estrazione e per la distribuzione dello sterile da impiegare per le ripiene; anche questi passaggi sono  muniti di scaletta di ferro per permettere ai minatori di spostarsi tra i vari cantieri.
I più remoti e rudimentali metodi di scavo per l’estrazione di minerali risalgono a tempi lontani.
Nelle gallerie dalle origini più antiche sono state spesso rinvenute tracce di scavo di gallerie mediante l’impiego di semplici attrezzi come punta e mazzetta.
A Raibl, in origine, il minerale veniva raccolto da strati superficiali, scaldato nel fuoco dei crogioli per estrarre il piombo e lo zinco. Si dice che i primi minatori di Raibl fossero persone piccole e robuste. Li chiamavano “Nani veneti” per la loro provenienza. Essi scavavano piccoli tratti di galleria procedendo carponi e recuperando, di volta in volta, il materiale estratto. Le gallerie scavate con queste tecniche erano molto strette, proprio perché la superficie di scavo veniva limitata al solo ingombro del corpo del minatore.

Il metodo di estrazione con l’uso di grossi fuochi, scoperto già dagli Etruschi e utilizzato fin nel Medioevo, consisteva nell’accendere fascine di legna sul fronte di avanzamento, ottenendo così il surriscaldamento della roccia contenente il minerale. Successivamente, intensi getti d’acqua fredda causavano la contrazione della roccia e la sua fessurazione. A questo punto, con scalpelli, punte e cunei la roccia veniva ulteriormente sgretolata per estrarne il minerale.
Naturalmente, questi metodi di escavazione portavano ad un notevole dispendio di energie, reso ancora più accentuato dall’utilizzo di attrezzi piuttosto rudimentali, in quanto ottenuti per battitura del ferro e non per fusione.

Le tecniche di estrazione subirono una notevole evoluzione con l’introduzione della polvere da sparo e, in un secondo momento, della dinamite. L’utilizzo di moderne macchine ad aria compressa consentì di sveltire ulteriormente le operazioni di perforazione evitando di inquinare l’ambiente di lavoro con fumi e gas di scarico.
In seguito si optò per la tecnica detta per ripiena. Completata l’estrazione del minerale grezzo seguiva una fase di riempimento dei vuoti con materiale sterile.
Nel passaggio da un livello all’altro si utilizzava il metodo a gradino rovescio con la sistematica ripiena dei vuoti nel passaggio al livello superiore sovrastante.